Matita rotta che rappresenta la volontà di non votare

Mark Twain oltre che celebre scrittore, è famoso per i suoi aforismi. “Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare”, bello, ironico, pungente, come deve essere la satira. Penso a Monti, a Letta, a Renzi “Da chi sono stati eletti questi signori?”  Nessuno li ha mai votati.

Mi ritorna in mente il referendum del 1993 anno in cui i cittadini italiani, con voto quasi plebiscitario, decisero di togliere il finanziamento pubblico ai partiti, allora ci fu una decisione quasi unanime, via al rimborso elettorale, basta dare soldi ai partiti! Ma poi quel che era stato cacciato dalla porta (finanziamenti ai partiti), rientrava dalla finestra (rimborso elettorale). Tuttavia, se l’Italia è una Repubblica democratica, lo si deve ad un referendum e se la gente ha scelto che si può abortire o divorziare è stato sempre grazie ai referendum.  

L’aforisma di Mark Twain è tranchant ed esistono almeno tre buone ragioni per andare a votare

Noi popolo bue, contiamo sempre meno e se smettiamo di votare, qualcuno ci toglierà anche questo diritto. Non dimentichiamoci che ogni forma di totalitarismo è generata dall'apatia di un popolo e quando nessuno si interessa alle cose comuni ci sarà sempre un gruppo di persone che assumerà il comando della nazione. 

Chi non vota, in realtà vota, perché se sceglie di non votare, alimenterà un partito invisibile ma numeroso, quello degli astensionisti. Astenersi dal voto non conviene, i politici fingono di preoccuparsi se la gente non va a votare, ma in realtà a loro basta vincere, anche con un solo voto.

Il voto è partecipazione, e per dirla con Giorgio Gaber “La libertà è partecipazione”.  

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