Immagine che mostra il voto segreto

Mark Twain oltre che celebre scrittore, è famoso per i suoi aforismi. “Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare”, bello, ironico, pungente, come deve essere la satira. Il cervello umano è veramente un gran casino, a volte ronzano dentro pensieri e frasi a cui durante il giorno non si era dato alcun valore, di notte invece, prorompono e si dimenano dentro la testa impedendoci di dormire.

 

 L’aforisma di Mark Twain che avevo  letto il giorno prima, si era stampato in mente e non riuscivo a togliermelo dalla testa. “Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare”, mah! In fondo non è mica vero! Siamo noi elettori che con il nostro voto decidiamo il destino della nazione e pensavo che in fondo Mark Twain era un bravo aforista, ma amava esagerare, dare delle sentenze, che certo suscitano ilarità, ma non sono sempre vere. Il voto è una cosa seria, porca miseria! Non c’è mica da scherzare, uno con il voto può cambiare il destino del suo Paese, altroché!

Mentre finalmente mi stavo assopendo, violentemente, emergevano, dal più profondo della mia psiche i visi di persone conosciute, mi apparivano, innanzi, come spettri, i fantasmi di Monti (in loden blù), di Letta (stranamente con tanti capelli, tanto che avevo avuto difficoltà a riconoscerlo) e di Renzi (vestito da scolaretto), che incubo è mai questo! Con il palmo delle mani cercavo di schiacciarli dalla mia vista. “”Da chi sono stati eletti questi signori?” mi diceva una voce in fondo alla coscienza! Allora capivo: era Mark Twain che si vendicava, altro che aforista, altro che “amava esagerare”, in quel aforisma c’era una gran verità. Nessuno aveva mai votato quei signori, ergo il mio, il nostro voto non era servito a nulla! Il dubbio che anche stavolta le vere motivazioni del referendum non erano la modifica costituzionale, ma ben altro, emergeva prepotentemente.

Dunque dietro un aforisma si nasconde una gran verità! O quasi, sia ben chiaro insomma, che non è sempre così, in una repubblica democratica come la nostra può accadere che il Presidente della Repubblica, per formare un governo indichi una personalità diversa da chi ha vinto le elezioni. Succede, fa parte del gioco democratico, certo, il voto del cittadino viene svilito, ma insomma si è pur sempre nella democrazia, ci si rimane un po' male però vabbè… ma con i referendum invece è tutt’altra storia, il voto del cittadino decide, eccome se decide, in quel caso il voto veramente fa la differenza, allora mi venne in mente il 1993 anno in cui i cittadini italiani, con voto quasi plebiscitario, decisero di togliere il finanziamento pubblico ai partiti, allora ci fu una decisione quasi unanime, via al rimborso elettorale, basta dare soldi ai partiti! E così fu!

O no?

 

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